Le associazioni di giornalisti in redazione: i comitati

Ci siamo già espressi sulla quantità e varietà delle associazioni giornalistiche, siano esse di tipo sindacale o corporativistiche, che cioè raggruppano professionisti che lavorano nello stesso servizio (inteso come sport, politica, spettacolo…).
Quello che non tutti sottolineano a sufficienza, tuttavia, è che i gruppi di lavoro di questo tipo si creano a livello microscopico direttamente nelle redazioni: sono i comitati di redazione, che è importante conoscere perché fondamentali per il lavoro quotidiano.
Cosa sono i comitati di redazione
I comitati sono il livello base della rappresentanza sindacale di ogni redazione, sia essa relativa alla carta stampata, radio, tv o web. Ogni testata giornalistica aperta regolarmente e registrata presso il Tribunale deve avere una rappresentanza sindacale di un qualche tipo: in situazioni con personale molto ridotto (meno di 10 redattori) può esserci un semplice fiduciario, ma questa è in sostanza la normalità. I comitati (o il fiduciario) si fanno carico delle istanze dei redattori, quindi ne difendono i diritti a livello di condizioni lavorative, di pagamenti, di contratto.
I comitati e i precari
Un interessante studio in bell’evidenza sul sito del sindacato nazionale della stampa, la FNSI, chiede in anonimo ai colleghi precari se i comitati di redazione si facciano carico anche dei loro problemi lavorativi, ma nella nostra esperienza è assolutamente irrituale che sia così: i comitati tendono a occuparsi degli assunti in maniera regolare e non di chi tollera tutto nella speranza di ottenere una contrattualizzazione che forse non arriverà mai.
È evidente che queste associazioni sindacali debbano cambiare il loro modo di affrontare le sfide e le difficoltà del giornalismo perché quasi la metà dei colleghi ormai risulta essere precario e mai assunto, e in alcune regioni italiane i freelance sono addirittura la maggioranza assoluta. Una maggioranza silenziosa perché priva di interlocutori che ne prendano in carico le urgenze professionali.
Per questo invitiamo non solo a una riflessione su un auspicabile cambiamento, ma anche a entrare in contatto con queste piccole realtà per farsi conoscere e instaurare un dialogo costruttivo – educhiamo i comitati di redazione per avere più diritti!